23a Rassegna delle Corali Cremasche (inPrimapagina del 04 giugno 2010)

Sono tradizionalmente due gli appuntamenti che, durante l'anno, vedono riunite le Corali Cremasche; la Messa di Santa Cecilia celebrata in Cattedrale nel mese di novembre e la Rassegna delle Corali. Iniziativa, quest'ultima, realizzata anche quest'anno grazie alla Commissione Diocesana Musica per la Liturgia, presieduta da don Giacomo Carniti.
Giunta alla 23a edizione, la Rassegna si è svolta sabato 23 maggio presso la Chiesa di San Bernardino – Auditorium Manenti di Crema.
Ben undici le Corali che si sono avvicendate sul palco. Ad aprire la serata, la Corale “Collegialis Ecclesia” di Offanengo – San Carlo, seguita dal coro “Akathistos” di Sergnano, “Melos” di Montodine, “Sweet Suite” della Scuola Monteverdi di Crema, “S. Stefano” di Bagnolo Cremasco, “Santa Maria Assunta” di Ombriano, “Pregarcantando” di Crema, “San Bernardino” di Crema,”Armonia” di Credera – Moscazzano, “Santa Maria in Silvis” di Pianengo e “San Giovanni Battista” di Camisano.
Molto numeroso e attento il pubblico che, mantenendo un silenzio quasi religioso, ha assistito alle esecuzioni dei diversi Cori. Difficile, d'altronde, non rimanere catturati dalla musica e dai canti eseguiti.
In conclusione, il Vescovo di Crema S.E. Mons. Oscar Cantoni, ha voluto ringraziare le Corali e ciascuno dei cantori “per aver allietato la serata e aiutato a pregare”.
Il Vescovo ha inoltre voluto rilevare un'ulteriore caratteristica positiva che ogni anno contraddistingue l'evento musicale organizzato dalla Diocesi. Ha infatti indicato la Rassegna come un luogo dove ciascuno porta ed offre la propria qualità; “in tale occasione le Corali non partecipano per dimostrare di essere migliori, ed è del tutto assente la logica della competizione”.
“Momenti come questo – ha proseguito Mons. Cantoni – dimostrano che è possibile realizzare l'invito di San Paolo, quando dice: imparate a stimarvi a vicenda”.
Prima di chiudere la Rassegna, il Vescovo ha infine consegnato una targa ricordo ai direttori delle Corali Cremasche, che hanno poi eseguito tutte assieme un canto conclusivo diretto da don Carniti.
Il prossimo appuntamento che vedrà ancora riunite tutte le Corali è quindi per il prossimo mese di novembre, quando si troveranno nel Duomo di Crema per celebrare la loro patrona.

Flavio Rozza

"Profumo di pane" per beneficenza (inPrimapagina del 04 giugno 2010)

La creatività artigianale dei nostri panificatori, unita ad una spiccata sensibilità sociale, ha dato vita all'iniziativa denominata “Profumo di pane e...”, che – dal 29 maggio al 06 giugno – ci farà vedere la piazza principale di Crema occupata da stand con numerosi e gustosi prodotti da forno.
La manifestazione, promossa dalla Lega Panificatori presieduta da Angelo Guerini Rocco, è riconducibile alle finalità di sviluppo commerciale previste dai Distretti del Commercio di Crema.
All'inaugurazione della Prima Edizione di “Profumo di Pane e...”, tenutasi la scorsa domenica, vi erano diverse autorità istituzionali e della politica locale. Oltre ai rappresentanti dell' amministrazione comunale e provinciale – tra cui segnaliamo Matteo Soccini, assessore provinciale allo sviluppo economico, e Maurizio Borghetti, assessore al commercio per il Comune di Crema – era presente anche S.E. il Prefetto dr. Tancredi Bruno di Clarafond.
L'iniziativa, volta a far conoscere alla cittadinanza il lavoro dei fornai del nostro territorio e promuovere il consumo dei loro prodotti, si propone anche un importante obiettivo di solidarietà.
Quanto verrà ricavato nel corso della settimana, sarà infatti devoluto per finalità sociali. A beneficiare della solidarietà dei cremaschi e dei panificatori, saranno: il Centro di Aiuto alla Vita, la Parrocchia della Cattedrale e la Fondazione Francesca Rava Onlus. Nel concreto, grazie ai fondi che verranno destinati alle tre realtà prima citate, sarà possibile continuare a sostenere le madri che – nonostante oggettive difficoltà – si rivolgono al C.A.V. per proseguire la maternità, gli indigenti che chiedono alla Parrocchia un aiuto economico e – mediante la Fondazione Francesca Rava – giungerà un concreto aiuto anche alla popolazione di Haiti, che ancora oggi soffre per le conseguenze del terremoto.
Come ha voluto sottolineare l'assessore provinciale Paola Orini: “il pane è da sempre simbolo della vita, ma in questo caso si va oltre la metafora, ed il pane si collega direttamente e concretamente al sostegno della vita; obiettivo che i tre enti citati si pongono come prioritario”. Per questo, ha aggiunto Orini, è auspicabile un contributo da parte di tutti i cittadini.
Anche Borghetti, che non ha risparmiato una lieve nota polemica circa il divieto di panificare nelle giornate festive, si augura un successo dell'iniziativa e ricorda come la manifestazione sia frutto di una stretta e proficua collaborazione coi Distretti del Commercio.
Per partecipare concretamente al successo dell'iniziativa basta acquistare il pane (o altri prodotti da forno) negli stand allestiti nella piazza del Duomo di Crema. Per farlo c'è tempo sino a domenica 06 giugno, quando “Profumo di pane e...” terminerà la sua prima edizione.

Flavio Rozza

Crema e le mura venete (inPrimapagina del 29 maggio 2010)

Anche quest'anno diverse città della provincia di Cremona – tra cui Crema – sono tornate ad essere protagoniste delle “Giornate Italiane dei Castelli; l'importante iniziativa culturale nata alla fine degli anni novanta, volta a promuovere le città murate e castellate.
Una manifestazione dal duplice obiettivo: diffondere la conoscenza della storia, e rendere maggiormente conosciute e frequentate le caratteristiche città della nostra provincia. Molte e tutte interessanti le iniziative previste nel mese di maggio. Tra i diversi eventi in programma sono contemplate mostre, visite guidate ad edifici storici, feste folcloristiche, intrattenimenti in costume d'epoca e momenti musicali.
Gli eventi si snoderanno in diverse località, tra cui Crema, Pandino, Soncino, Pizzighettone ed altri paesi accomunati dalla presenza di un castello o dal fatto di essere circondati da storiche mura. Proprio nell'ambito delle manifestazioni promosse in occasione delle “Giornate dei Castelli”, sabato 22 maggio è stata inaugurata – presso il Museo Civico cittadino di via Dante Alighieri – la mostra dal titolo “Crema e le Mura Venete”. Oltre ad esponenti del mondo culturale della nostra provincia, l'inaugurazione ha visto la presenza del Presidente del Consiglio Comunale Antonio Agazzi, del Segretario della Pro Loco Crema Erminio Beretta, della Direttrice dell'Ufficio Turistico della Provincia di Cremona e dell'arch. Moruzzi. Mentre la Tavola rotonda, organizzata in occasione della presentazione della mostra, è stata arricchita dai contributi dell'arch. Roncai, del dr. Ferrigno (Presidente della Pro Loco Crema), dell'Assessore alla Cultura del Comune di Crema Paolo Mariani e dell'arch. Edallo.
Il confronto si è aperto con una introduzione dell'Assessore Mariani, che ha voluto elogiare il valore di manifestazioni di questo tipo, in quanto fondamentali per divulgare elementi importanti della nostra storia che altrimenti rimarrebbero sconosciuti o dimenticati. Infatti, sempre secondo Mariani, “lo storico svolge un compito importante, ma spesso – l'esito degli studi – rimane circoscritto in ambito accademico”. Più impegno nel divulgare determinati studi ed una più incisiva azione per far appasionare alla storia anche le nuove generazioni, questo l'auspicio dell'assessore alla Cultura.
Il presidente della Pro Loco cremasca ha invece ricordato le tappe più significative e l'evoluzione che vi è stata da quando – dodici anni fa – la manifestazione ha preso il via. Con evidente orgoglio, il dr. Ferrigno ha menzionato l'importante convegno che si tenne a Crema nel 1998, dal titolo “Crema e le sue difese”. Fu il primo passo per tornare a valorizzare l'importanza storica della nostra città, ma ne seguirono altri. Importante, ad esempio, è stato l'aver riportato alla luce anche il prezioso volume di Corrado Verga; “Crema città murata”. Si affida ai ricordi anche l'arch. Edallo, che riporta i racconti dei suoi nonni. Ricordi che ci portano ad una Crema molto diversa da quella attuale, quando il “passeggio” non si faceva nell'odierna via Mazzini, ma lungo le mura venete. “Spesso – ha ricordato l'arch. Edallo – durante il passeggio attorno alle mura, i cremaschi si fermavano nell'area denominata “Campo di Marte”, dove potevano osservare le esercitazioni dei cavalleggeri di stanza a Crema sino alla Prima Guerra Mondiale”.
Dopo aver ricordato la Crema del passato, Edallo ha voluto soffermarsi anche sul significato delle mura; ciò che rappresentarono nel passato e ciò che rappresentano oggi. Altrettanto interessante e articolato, l'intervento dell'arch. Roncai, che ha elogiato Crema in quanto è stata una delle prime città che ha esaminato il valore delle mura, e proprio sull'attacco alle mura ha saputo iniziare un processo di costruzione della propria identità. Sempre Roncai ha voluto far notare come la nostra città sia stata la prima ad inserire - nello strumento urbanistico cittadino – l'attenzione alle mura. Per quanti volessero approfondire la tematica, segnaliamo che la mostra “Crema e le mura venete” sarà visitabile sino al 30 maggio, presso il Museo Civico cittadino.

Flavio Rozza

"Historia di Crema" di Pietro da Terno: presentata l'opera riprodotta a cura del Lions Club Crema Host (inPrimapagina del 21 maggio 2010)

Alla presenza di numerose personalità del cremasco, lo scorso sabato il Lions Club Crema Host – presieduto dalla dr.ssa Severina Donati – ha illustrato il contenuto del “service” per l’anno 2009/2010. Un “service” rivolto alla cultura, per consentire agli studiosi e alla cittadinanza, la possibilità di conoscere le antichissime origini della città di Crema.
Grazie ad una stretta collaborazione fra la dr.ssa Francesca Moruzzi, Direttrice della Biblioteca Civica di Crema, il Lions Club e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Crema, è stato possibile riportare alla luce uno scritto di grande valore storico: l’ “Historia di Crema” di Pietro da Terno.
Da diverso tempo, per tutelarne la conservazione, il noto testo dello storico cremasco non era più consultabile. Come ha ricordato la dr.ssa Donati, l’ “Historia di Crema” è uno scritto del 1556, che conta ben 360 pagine e al quale tanti storici si sono ispirati. Il testo è originale, ma nel 1739 – per evitare che si perdesse una preziosa testimonianza delle radici storiche della nostra città – Giuseppe Salomoni trascrisse l’intera opera che fu poi regolarmente vidimata da un notaio ed è tuttora conservata presso la biblioteca cittadina, catalogata con la denominazione “Manoscritto 7”.
L’iniziativa promossa dal Lions Club Crema Host ha permesso di effettuare una copia anastatica del manoscritto che è poi stata riprodotto in 500 esemplari.
La presentazione del libro è avvenuta di fronte a diversi rappresentati dell’Amministrazione locale e Provinciale. Per il Comune di Crema, oltre al Sindaco, erano presenti Antonio Agazzi (Presidente del Consiglio Comunale) e Paolo Mariani (Assessore alla Cultura). Mentre in rappresentanza della Provincia, l’Assessore all’Istruzione Paola Orini, che ha portato anche i saluti del Presidente Massimiliano Salini. Per far comprendere il valore dell’iniziativa, Mariani ha voluto sottolineare la sostanziale differenza che intercorre tra la copia di un’opera d’arte pittorica e la riproduzione anastatica di un testo scritto, come quello di Pietro da Terno. “In quest’ultimo caso – sostiene Mariani – anche a fronte della perdita dell’originale, la cultura non subirebbe alcun danno; i contenuti del testo, infatti, verrebbero trasmessi anche attraverso la semplice copia. Molto importante e utile, quindi, la scelta operata dal Lions di investire in tal senso”.
Ad esporre i contenuti del testo riprodotto e l’importanza dell’iniziativa, vi era il prof. Romani H. Rainero, docente di Storia presso l’Università degli Studi di Milano, il quale ha sottolineato come “la testimonianza storica del passato confermi il rapporto tra generazioni e ne rafforzi il valore”.
Nel commentare il testo di Pietro da Terno, il prof. Rainero ha fatto notare il valore dell’iniziativa in quanto “mille anni di storia della città, dal 570 dopo Cristo al 1556, vengono in tal modo riportati alla luce e possono diventare oggetto di ulteriori indagini sia da parte degli studiosi, sia da parte di tutti gli appassionati di storia.
L’unanime apprezzamento mostrato dal pubblico e dagli esponenti della cultura locale presenti in sala, rappresenta sicuramente un incoraggiamento nel proseguire con simili iniziative, volte a promuovere e divulgare la cultura.

Flavio Rozza

La Chiesa di Crema si prepara ad introdurre il Diaconato permanente (inPrimapagina del 21 maggio 2010)

E’ un momento importante per la Chiesa di Crema. Seppur in ritardo rispetto ad altre Diocesi, la nostra Chiesa locale sta compiendo un passo decisivo per introdurre il ministero del Diaconato permanente.
Proprio in questi giorni i Consigli pastorali parrocchiali si stanno riunendo per discutere e approfondire il significato di questa figura.
Per quanto riguarda la zona pastorale cittadina, i Consigli si sono riuniti lo scorso lunedì presso la sala parrocchiale di Crema Nuova. L’incontro, presieduto da mons. Mauro Inzoli, in qualità di Vicario zonale, è stato condotto da don Ennio Raimondi, al quale è spettato il compito di illustrare ai presenti il percorso compiuto dalla nostra Diocesi per “restituire” anche alla Chiesa di Crema questo prezioso ministero.
Come ha fatto notare mons. Inzoli, è inusuale una riunione tra tutti i Consigli pastorali cittadini, ma il fatto che ciò sia avvenuto denota l’importanza del tema trattato.
Due letture, tratte dalla Sacra Scrittura, hanno consentito ai componenti dei Consigli di poter comprendere il significato originario del diaconato. Grazie alla Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi (cap. 12) è stata ribadita l'importanza della diversità dei carismi all'interno della Chiesa, mentre la lettura degli Atti degli Apostoli (cap. 6), ha permesso di ricordare le motivazioni e le esigenze che, nella Chiesa di Gerusalemme, fecero da sfondo alla nascita del diaconato.
La precisa e dettagliata relazione di don Raimondi ha messo in luce alcuni passaggi e domande fondamentali. E' risultato molto utile, per comprendere il senso del ministero diaconale, conoscere alcuni aspetti storici. Gli Atti degli Apostoli ci parlano della nascita del diaconato, ma dal V secolo in poi, tale ministero è andato incontro ad un progressivo declino, tanto da sparire per circa mille anni e rimanere solo come tappa intermedia verso il sacerdozio.
E' stato necessario attendere il Concilio Vaticano II per tornare a parlare di diaconato permanente e iniziare a progettare la “restituzione” (come previsto al n. 29 della Lumen Gentium) di questo utile e importante ministero offerto alla Chiesa. Il diaconato che la Chiesa ha voluto reintrodurre è, per usare una espressione conciliare, “non per il sacerdozio, ma per un ministero” è potranno accedervi sia fedeli sposati, sia celibi.
Ma se in alcune Diocesi i diaconi sono presenti ormai da 20 anni, la Chiesa cremasca ha iniziato a parlarne solo nel 2000 con mons. Angelo Paravisi. La questione fu poi ripresa nel 2007 da mons. Oscar Cantoni, con la lettera pastorale “Il Battesimo sorgente delle vocazioni ecclesiali”. Ulteriore dibattito vi è stato recentemente nei Consigli pastorale e presbiterale diocesani, per poi giungere al confronto di questi giorni con i fedeli impegnati nella vita parrocchiale.
“Diaconia vuol dire servizio: in questa parola è racchiusa l'identità del diacono”, con questa premessa, don Raimondi ha iniziato a illustrare il significato del ministero diaconale. Per chiarire ulteriormente il concetto ha poi aggiunto che il diacono “deve essere immagine del Cristo che serve”. Il servizio cui è chiamato chi accede al primo grado dell'Ordine è triplice; si parla infatti di una diaconia della Parola, della Liturgia e della Carità. Quanti saranno chiamati ad essere diaconi potranno svolgere diversi compiti: amministrare il Battesimo, distribuire l'Eucaristia, benedire il matrimonio, celebrare la Liturgia della Parola, assistere il Vescovo nella celebrazione eucaristica, avere incarichi a livello diocesano, nonché presiedere il rito del funerale e amministrare i sacramentali.

Flavio Rozza

Gli alpini cantano "Nikolaewka" dedicandola a Luigi Guerini Rocco, reduce della II Guerra Mondiale, presente in sala (inPrimapagina del 21 maggio 2010)

A distanza di una settimana dall'Adunata nazionale, svoltasi a Bergamo, anche Crema – sabato scorso – ha voluto rendere omaggio alla propria rappresentanza di Alpini e al Gruppo locale A.N.A. che quest'anno celebra l'ottantesimo anno di fondazione. Per dare il via ai festeggiamenti gli alpini cremaschi hanno organizzato, presso l'Auditorium Manenti di Crema, una serata all'insegna della musica; ospite il Coro A.N.A. di Carate Brianza, abilmente diretto dal Maestro Peppino Pirola.
Di fronte ad un auditorium colmo di gente, gli alpini – con le loro note – hanno saputo alternare momenti di allegria ad altri più nostalgici, in ricordo dei propri caduti e di quanti, come dicono loro, “sono andati avanti”. Gli Alpini, si sa, hanno una personalità ricca e se innegabilmente riscontriamo in loro la profondità, il senso della memoria, il rispetto di quanti ci hanno preceduto e forse un po' di nostalgia, è altrettanto vero che sanno essere anche allegri e spensierati, riuscendo così a trasmettere serenità e buon umore.
Molto variegato il programma musicale della serata. I canti, introdotti dal brillante Vito Mattiace, hanno toccato tematiche e generi differenti. Il primo canto ha ricordato il Monte Pasubio, dove tuttora vi è un Ossario coi resti di oltre 5000 alpini caduti nel corso della Prima Guerra Mondiale.
Le note del coro A.N.A. di Carate Brianza hanno poi proseguito il viaggio nella memoria, ricordando la campagna di Russia e le vittime del secondo conflitto mondiale. Ma dopo aver cantato “Signora delle Cime”, per ricordare quanti “sono andati avanti”, la serata è proseguita con alcune esecuzioni per richiamare l'attenzione su tematiche ambientali, ed altre, come “Sciur padrun”, per non dimenticare quello che siamo stati ed il nostro passato. “Go down Moses” ha invece portato all'attenzione del pubblico uno dei periodi bui della storia; quando alcune persone erano considerate “cose” e vigeva lo schiavismo.
Molto gradevoli anche i riadattamenti di alcune canzoni che di certo non rientrano nel tipico repertorio degli Alpini, come “My Way” - nota per essere stata interpretata da Frank Sinatra – e “Io Vagabondo”, la famosa canzone dei Nomadi riproposta come un inno alla libertà. Questa pluralità nel repertorio del Coro A.N.A. di Carate, dimostra veramente la volontà di voler raggiungere un vasto pubblico e sensibilizzare verso tematiche differenti.
Ovviamente non sono mancati momenti più leggeri, alcuni con simpatici sketch da parte dei componenti del coro. Molto allegra, ad esempio, l’esecuzione de “La barbiera degli alpini” e “Bevè bevè compare”.
A conclusione della serata, infine, un gesto molto commovente. Gli alpini, avendo appreso della presenza in sala del cremasco Luigi Guerini Rocco, reduce della Seconda Guerra Mondiale, hanno voluto rendergli omaggio intonando il canto “Nikolaevka”; dal nome della città dove nel 1943 fu combattuta una delle più importanti battaglie del fronte orientale.
Altre iniziative per ricordare l'ottantesimo anno di fondazione del Gruppo A.N.A. di Crema, sono previste nei prossimi mesi. Tra le manifestazioni in programma segnaliamo la presentazione del libro di Antonio Aresi (“I ricordi della mia campagna di Russia”), una serata dedicata ai Cori alpini il 25 settembre presso il Teatro San Domenico e, il 26 settembre, la festa sezionale che per l’occasione prevede anche un apposito annullo filatelico.

Flavio Rozza

Consegnate le Borse di studio al Liceo "Racchetti" (inPrimapagina del 21 maggio 2010)

Il Liceo Classico “A. Racchetti” di Crema ha premiato i suoi alunni più meritevoli. L’evento si è svolto presso l’Aula Magna dell’Istituto che ha sede in viale Santa Maria.
Alla professoressa Giovanna Alquati – Dirigente scolastico – il compito di consegnare le borse di studio, i premi e i riconoscimenti a favore degli allievi che nel corso dell’anno scolastico 2008/2009 si sono distinti per impegno e risultati. Presente alla celebrazione anche l’Assessore Provinciale all’Istruzione, prof.ssa Paola Orini e il Presidente del Consiglio Comunale di Crema, Antonio Agazzi.
La mattinata, divisa in due momenti, ha visto nella prima parte l’assegnazione dei vari riconoscimenti, nella seconda la consegna dei diplomi di maturità.
Oltre alle “Valorizzazioni delle eccellenze” – finanziate dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca – le Borse di studio assegnate sono state sei: due bandite dagli “Ex allievi del Racchetti”, due intitolate ad “Ugo Palmieri” e altre due a “Guido Alberti”.
Hanno ricevuto la Borsa di studio “Ugo Palmieri” le allieve Alessandra Lucini Paioni e Giulia Cristina. Le Borse messe a disposizione dagli “Ex allievi del Racchetti”, invece, sono state assegnate a Gisella Beatrice Beretta e Simone Casiraghi.
Mentre Valentina Severgnini e Giulia Cristina hanno ricevuto la Borsa di studio “Guido Alberti”.
Per quanto riguarda la “Valorizzazione delle eccellenze” gli allievi premiati sono: Marta Parati, Valentina Severgnini, Elena Duchini ed Eugenio Luigi Saracino.
Semplici, ma certamente veritiere, le parole pronunciate dalla prof.ssa Alquati, la quale ha ricordato che “la ricompensa per una cosa ben fatta è di averla fatta”.
Agli ottimi studenti del “Racchetti”, i complimenti e l’augurio di proseguire sempre col medesimo impegno.

Flavio Rozza